Un cucina semplice, gustosa e sana con pochi ingredienti e legata al territorio. Tutto questo è KABB, un ristorante familiare nato da pochissimo tempo a Roma in Via Mantova 9. Perché KABB? A spiegarlo è il proprietario Luigi Biasini: “nasce dal desiderio di realizzare un progetto che nella nostra famiglia forse era sempre esistito, ma che mai nessuno di noi aveva avuto l’idea di manifestarlo con convinzione fino a quando, in una delle tante occasioni in cui ci riuniamo per stare insieme, nipoti compresi, l’idea è sbocciata. Ci sembrava quasi di aver perso del tempo a non parlarne prima, così ci siamo immersi in un vortice di idee e di prospettive che ci entusiasmavano.  Io ho sfogliato la mia memoria, le mie conoscenze e le mie amicizie, arrivando a conoscere lo chef Massimo D’Innocenti: professionista di grande esperienza, umiltà e capacità. I suoi preziosi consigli e la voglia di realizzare un bistrot qualitativamente importante, con tanto di enoteca fresca e di buon livello, il tutto affiancato da un’ottima caffetteria con dolci realizzati al nostro interno, ha fatto sì che nascesse KABB.  E’ così che abbiamo realizzato il nostro locale riscoprendo l’antico splendore dei locali che furono lo stabilimento della Birra Peroni. Lo abbiamo curato nei minimi particolari per renderlo accogliente, ordinato e speriamo emozionante per i nostri clienti“. Interessante gli arredi realizzati da artigiani locali, le trecento etichette e oltre duemila bottiglie selezionate e assortite da Roberto Biasini e la cucina semplice, gustosa e sana con pochi ingredienti e legata al territorio. Tra i piatti consigliamo la Caesar Salad realizzato con la tecnica del sottovuoto a vapore a bassa temperatura :”dopo aver insaporito il pollo con il sale ed aromi lo confezioniamo sottovuoto e lo cuociamo a 68°C per circa 35’: il risultato che si ottiene è sorprendente molto succulento, tenero e saporito. -racconta Luigi Biasini– E’ così che una semplice insalata diventa superlativa!“. Tecnica e tradizione da KABB vanno a braccetto. Provare per credere.

CREDITS: Sonia Rondini (fashionintown.it)

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